giovedì 8 ottobre 2015

De mortuis nil nisi bonum

Volevo scrivere un post su quante applicazioni per cellulare ti servono per sopravvivere a Shanghai, o anche in Cina, in alternativa (che Shanghai non sia esattamente Cina è cosa che oramai pare assodata). Ce l'avevo bello pronto, con scritto cose a proposito di vpn, wechat, airchina, smartshanghai, uber, mappe varie, traduttori, convertitori di valuta, musica gratis, quelle per iPhone e quelle per Android e quelle che funzionano per entrambi.

E niente, il cellulare è morto. Una breve agonia, tre vibrazioni in tutto, e poi il buio dello schermo, nessun respiro, nessun segnale. Una specie di nemesi, qualcuno sarebbe tentato di pensare. Vabbè.

Ora, che sia possibile sopravvivere a Shanghai senza avere sul cellulare la mappa della metropolitana è piuttosto prevedibile, visto che puoi andare nella suddetta metro e prenderti una mappa cartacea che ha il vantaggio di essere anche più grande, o guardare quella appesa al muro, la verità. 

È anche possibile andare a correre alla mattina senza sapere se l'inquinamento è sopra i 200 punti, tanto è più probabile che schiatti investita da un tir piuttosto che intossicata dalle polveri sottili.

Se non sai quanto sono 156 remimbi, il massimo che ti possa succedere è che ti vendano un lettore Bluetooth al doppio del suo prezzo reale, per quanto si potrebbe anche far ricorso alle tabelline, che tanto le devi ripassare comunque se vuoi aiutare le nane in matematica. E poi se non hai chiaro quanto possa valere un dollaro di Hong-Kong la cosa non è che ti rovina la giornata.

Se non hai Uber, pazienza, aspetterai un taxi libero sulla strada, e se ci vorrà mezz'ora perché tutti i taxi liberi sono prenotati da qualcuno che usa Uber, potrai sempre finire il capitolo del libro che hai in borsa.

QQMusic, ecco, questa è un po' più difficile da perdere. Se non hai qqmusic, non potrai scaricare la tua musica preferita, è vero. Però diciamocelo, questa app è un po' english oriented, non ci trovi neanche A modo tuo di Elisa, per dire. Come si fa.

Non sai dove ti trovi? Leggi i nomi delle strade, cammina, perditi, tanto hai tempo, e se non sai come tornare a casa ferma un taxi, ché al limite dovrai aspettare mezz'ora potrai leggere l'ultimo capitolo etc.

Vuoi un ghiacciolo alla fragola e non sai come si dice? Vai al frigo e indica quello rosa, alla peggio ti ciuccerai un ghiacciolo ai fagioli rossi, che sarà mai. Gesticola, inventa, indica col dito, fai un disegno, usa la fantasia e vedrai che qualcuna delle parole che avevi studiato ti ritorna magicamente alla memoria. Non contare su quest'ultimo punto, magari.

Ricomincia a usare la macchina fotografica, ché di sicuro le foto ti vengono anche meglio che con lo smartphone, anche se pesa una tonnellata e non ci sta nella pochette, mettitela al collo e fai la turista, c'è qualche vantaggio anche nel mostrarsi meno abituati alla città di quanto tu non sia realmente. Non puoi postare le foto su Facebook, è vero, ma forse in fin dei conti non ti sorprenderà sapere che ai tuoi amici di Facebook non gliene frega una cippa delle tue scarpe da corsa asics gel kaiano 21 nuove di zecca, e se anche sparisci per qualche settimana da tutti i social, è triste da dire ma nessuno se ne accorgerà.

Niente wechat? Vedila così, non ci sono più gruppi di scatenate che ti invitano a lezione di Zumba, yoga, bootcamp o pilates, né mamme che chiedono quali sono i compiti di literacy, né inviti a festine o play date o, peggio, i temutissimi sleepover. 

Perché il fatto è che ci siamo abituati ad avere tutto comodo, a portata di click. Ci pare normale non sapere come si dice cavo elettrico in cinese e vedercelo apparire magicamente scritto sul display.
È comodo cercare un negozio, un ristorante, un museo e sentirci guidare da una voce che ci fa svoltare a destra o a sinistra e ci dice anche quanto tempo impiegheremo per arrivarci.

Però questo strumento è anche subdolo. Ci isola, con la scusa di connetterci con il mondo.
Non facciamo neanche più lo sforzo di parlare, mandiamo un messaggio, che quello non costa niente, con queste applicazioni che funzionano via internet. Faccette, icone, adesivi per cercare di esprimere tutte le sfumature di una frase che se la sentissi, a voce, non avresti dubbi. Se poi ci si guardasse negli occhi mentre si parla, a volte non avresti neanche più bisogno di dirle, le cose.
A volte, forse, non hai il coraggio di parlare, perché sono difficili da dire, certe cose, a voce. È molto più faticoso, se devi guardare in faccia le persone, e se devi sostenere lo sguardo di chi hai di fronte. E certo, viene comodo scrivere: dietro uno schermo dove nessuno vede cosa provi puoi dissimulare qualsiasi sentimento, puoi fingere molto più facilmente, puoi anche far finta di non aver visto il messaggio, non rispondere, nasconderti, sparire. Costa di più, a volte, parlarsi dal vivo. Restare in piedi, non voltare la faccia, non vergognarsi di quello che si prova, sopportare la reazione di chi ci guarda anche se non ci piace e lasciarci guardare.

Però ormai non possiamo più farne a meno.
Dovrò comprarmi un cellulare nuovo.


2 commenti:

  1. Sì, DEVI comprarti un cellulare nuovo! Che poi, quando manchi, qualcuno se ne accorge.

    Viola Emi

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