lunedì 19 gennaio 2015

Ragione, follia e dentifricio

L'altra sera ho visto una pubblicità.
Non che ami guardare in genere la pubblicità, anche perché di solito la pubblicità interrompe qualcosa, e a me interrompere le cose ha sempre dato un po' fastidio. Però ce ne sono alcune di belle, toccanti, che se le guardi bene quasi quasi sono molto meglio di certi film, e in quei casi lì l'interruzione non è poi così male. Anche in certi altri casi è piuttosto utile, ma vabbè.

Ce ne sono alcune di così belle che sono quasi commoventi, tipo quella dell'auto dove una voce sensuale, parafrasando per un minuto l'Elogio della follia di Erasmo, (nel quale Elogio, sia detto per inciso, non c'è traccia di un discorso del genere, la verità), ricorda che se i mortali si guardassero da qualsiasi rapporto con la saggezza, la vecchiaia neppure esisterebbe, che la vita umana non è altro che un gioco della follia, e, alla fine, che il cuore ha sempre ragione, il che ovviamente è invece quasi sempre falso: è molto più probabile che sia la ragione ad avere ragione, ma a noi l'afflato poetico ci fa comprare la macchina.
Comunque.

Lo spot che ho visto l'altra sera pubblicizzava un dentifricio. Il fatto che io mi ricordi esattamente la marca del prodotto esula probabilmente da quella pubblicità, ma comunque siccome associo le due cose ciò che se ne ricava è che la pubblicità è efficace: una conferma della validità del messaggio, a vederla dalla parte dei pubblicitari, i quali a volte sono bravissimi a toccare il cuore degli spettatori ma non sempre raggiungono lo scopo.
E insomma, guardando quella pubblicità ho fatto dei pensieri. Perché lì si vede Shakira, chioma bionda leonina che danza al ritmo della sua musica, sorriso radioso, occhi che ridono e fisico scolpito, che potrebbe pubblicizzare qualsiasi cosa, dallo sciampo all'amplificatore, dal mascara al beverone dietetico, e per come va il mercato anche lo scopettone del cesso o lo smacchiatore per argenteria.

Invece no, lo sappiamo subito che è un dentifricio, perché ce lo fanno vedere prima.
E la voce fuori campo domanda così: Sai qual è il segreto del sorriso di Shakira?, al che ti aspetti una risposta tipo usare tutti i giorni lo sbiancante Sbianking/il colluttorio Colluttix/l'antiplacca Viaplac/la dentiera Sanodent o, se proprio sei stato attento, il dentifricio whitening.
Perché siamo abituati così, che abbiamo una soluzione per ogni problema, una risposta a ogni domanda, tanto che certe domande, tipo Come mai Shakira ha un sorriso così luminoso?, ci sembrano quasi retoriche, e pensiamo di avere una spiegazione immediata e definitiva, logica, consequenziale.

Invece no.
La voce allegra, con una naturalezza che sfiora l'ovvietà, a quella domanda là, Perché Shakira ha un sorriso così splendente?, risponde così: Perché fa quello che le piace fare.

Et voilà.
Quasi imbarazzante, a pensare che non ti era neanche passato per l'anticamera del cervello. Psicologia entry level.
Perché il gradino successivo, nel pensiero dello spettatore medio, cioè uno come me, è che in fondo non è mica impossibile avere il sorriso di Shakira (e magari anche i capelli leonini, il fisico scolpito e gli occhi che ridono): basta fare quello che ti piace fare.
È un contro-messaggio, a pensarci bene. In realtà, ti sta dicendo la réclame, non serve usare quel dentifricio là. Puoi semplicemente fare quello che ti piace, o al limite, per estensione, essere contento di quello che fai.
Il fatto è che poi i pubblicitari sono furbi. E lo sanno benissimo, loro, che la maggior parte di noi che alla sera stiamo davanti alla TV e guardiamo quel film interrotto dalla pubblicità ci facciamo convincere nel profondo dell'anima che il cuore ha sempre ragione, che se fossimo tutti più folli la vecchiaia non esisterebbe e che la vita è un gioco della follia; e sanno benissimo anche che, per avere il sorriso di Shakira, facciamo molto prima a comprarci il dentifricio.