giovedì 24 ottobre 2013

Filastrocca di porcellana

Dammi un naso in mezzo alla faccia,
Due minuti sotto la doccia,
Tre bambine che dormono piano,
Quattro posti sul divano.
Cinque le dita della manina,
Sei i biscotti della mattina,
Sette i peccati capitali,
Otto i pianeti nei cieli astrali,
Nove per otto settantadue,
Dieci la pecora, l'agnello e il bue.
Undici lezioni di pattinaggio,
Dodici matite nell'astuccio,
Tredici un numero di Fibonacci,
Quattordici i nodi attorno ai lacci,
Quindici fette di salame
per ogni anno che stiamo insieme.
Poi dammi mille e cento baci
poi ancora mille e cento e mille
per quindici anni ancora, e cento.

martedì 15 ottobre 2013

Il lato intimistico del collage

Ieri era lunedì, e di lunedì pomeriggio, cioè l'unico pomeriggio che non viene sacrificato alle attività extrascolastiche, si fanno il collage, il bricolage, il decupage, il disegnage e insomma un po' di puttanage vario, giusto per far arrivare l'ora di cena.
Le ragazze, rinchiuse in cameretta e scrupolosamente allineate alla scrivania in ordine di altezza, lavorano alacremente con colla, perline, fogli, colori, sticker, figurine e ogni altro elemento che la Wonder non è riuscita a far sparire definitivamente durante la pulizia del dopo-weekend.
Guai a chi entra.
Dopo un paio d'ore di impegno indefesso, condito da frequenti (ignorati) battibecchi, le fanciulle dichiarano finito il lavoro e aperto il banchetto in cui vendono a prezzi esorbitanti la produzione pomeridiana, che in genere resta poi invenduta fino al lunedì successivo, quando i lavoretti vengono fatti sparire durante la succitata pulizia o in alcuni (rari) casi tenuti a perenne ricordo delle stupefacenti performance artistiche.
Dunque ieri sera, mentre la Wonder era occupata a preparare una deliziosa seppur incompresa pasta e fagioli, il banchetto veniva allestito con una serie di disegni, borsette, buste e biglietti, tutti rigorosamente di carta, che fosse stato per le ragazze avrebbero dovuto fruttare il corrispettivo di un camper della Barbie.
E dunque, costretta a comprare qualcosa pur di persuaderle a mangiare la mia deliziosa seppur incompresa pasta e fagioli, dopo lunga contrattazione (l'esperienza cinese insegna) mi faccio convincere a spendere l'esosa cifra di un euro per una busta tempestata di punti interrogativi colorati, chiusa da quattro brillantini, su cui è scritto in rosso Domande e Risposte. Sul retro un grande cuore e, a matita, fatto da B.

E dunque, aperta la busta, vedo che ci sono sì le domande, ma non le risposte.
Ecco che mi ha fregata, penso. Non ci ha messo nemmeno le risposte. E meno male che ho ribassato il prezzo.

E quindi leggo le domande, e lì per lì guardo le righe vuote, però poi mi viene da darle io, le risposte, che quasi mi par di essere appollaiata sullo sgabello solitario da Marzullo.

Cosa fai nelle ore avanzate?
Nelle ore avanzate? Non è che mi avanzino molte ore, sinceramente. Però di solito leggo, oppure scrivo, oppure mando messaggi su Whatsapp o magari elaboro qualche foto su Instagram. Talvolta penso. Penso anche se sono occupata, solo che se lo faccio nelle ore avanzate mi viene meglio, la verità.

Cosa ti metti più volentieri?
Questa la so. Da quando ho passato i @#nta, mi metto la minigonna. Giuro, mai fatto quando ero ragazza. E lo dicono tutti che a una certa età si regredisce.

Cosa guardi alla TV?
Boh, non guardo molto la TV. Ah sì, guardo il tg, Crozza prima di Ballarò, i primi dieci minuti di Montalbano, un minuto di Report, un minuto del film su canale 5, un minuto del film su italia 1, un minuto del film su raimovie, un minuto della tribuna di la7 (si vede che il telecomando ce l'ha il Bighi, eh? Io non lo reggo, quando fa zapping isterico). Poi in genere mi addormento.

Che storia ti piace di più?
Ma sai che non c'ho mai pensato. Vediamo... mi viene in mente quella del Velo dipinto di Maugham. È la storia di una donna vanitosa e un po' superficiale che poi si scopre diversa quando è costretta ad andare in Cina perché... vabbè, sei troppo piccola per capire però è una bella storia.

Fai un lavoro?
Uh. Bella domanda. Beh, insomma, non so, è un lavoro che non viene considerato un lavoro ma che invece sì, è un lavoro.

Che lavoro fai?
Ah ecco, ti pareva che si potesse dare una risposta generica...

Come è andata la tua vita?
No no, io a una domanda così non so mica rispondere. E poi dovrò aspettare di arrivare alla fine per dirti com'è andata.
E comunque son mica domande da collage, queste qui. La prossima?

Inventa una frase.
Sì, ok, già meglio. Qui me la cavo.
Inventiamo.

venerdì 11 ottobre 2013

Di libri, di liste e di tessere fedeltà

Premessa: questo post è un post di liste.
Le liste, lo so, sono pallose. Personalmente non le amo, però qualcuno mi dice che van fatte, se non altro come esercizio letterario. Quindi siete avvisati, da qui in poi son affari vostri, non si accettano reclami.

Ho un Kindle nuovo nuovo.
Me l'ha regalato l'Augusto Coniuge, in occasione del mio #@£$@esimo compleanno, scegliendo da una lista comprendente, oltre al suddetto Kindle,

una crema (quella là delle righe)
una casa sul lago
una vita da single
una borsa Gabs
un biglietto di sola andata per Shanghai
un biglietto di sola andata per New York
un abbonamento al cineforum
una Fiat 500L
un corso di ceramica raku

Ora, qualcuno di voi penserà Eccone un'altra che si è convertita all'ebook, che tristezza.
E invece no, anche se devo dire che l'attrezzo ha una certa attrattiva.
Vedi che comodo quest'aggeggio che pesa pochissimo anche se stai leggendo Anna Karenina e ci sfogli le pagine con il pollice senza nemmeno spostare il dito, e te lo metti in borsa e senza portarti dietro tutto lo scaffale della Billy puoi scegliere di finire il racconto di Maugham e poi cominciare il terzo volume di 1Q84.
Però.
Il fatto è che ancora mi piace andare in libreria a guardare le copertine e scegliere un libro perché il titolo mi intriga, oltre al fatto che c'è caso che incontri il Vicino Preferito e si legga insieme qualche riga seduti sulla colonna del leone di piazza Erbe.
Mi piace fare le orecchie alle pagine dove ho trovato una frase che mi voglio ricordare, e dopo tanto tempo riguardare quel libro e scoprire che certe frasi mi colpiscono ancora, che metterei le orecchie alle stesse pagine, e altre invece no, e allora stendo l'angolino della carta e si vede ancora la riga della piegatura, e quando chiudi il libro per un po' resta ancora il segno e tu sai che lì c'era qualcosa che era tuo e che adesso non è più così tuo, ma solo un pochino nel ricordo.

L'altra ragione per cui non mi sono ancora convertita all'ebook, non trascurabile ma tutto sommato secondaria, è che non possiedo una carta di credito, sicché non posso comprare niente dal Kindle store. Ora, non credo che questo fatto sia sfuggito all'Augusto Coniuge nel momento in cui ha scelto l'articolo. In ogni caso, per ora, cioè fino a quando non riuscirò a impostare il pagamento con la carta di credito del succitato coniuge, riesco a scaricare solo libri gratuiti.
Nella fattispecie, l'elenco comprende, per ora:

Poesie sparse di Guido Gozzano
Racconti umoristici di Igino Ugo Tarchetti
Le sottilissime astuzie di Bertoldo di Giulio Cesare Croce
Per una cipolla di Tropea di Alessandro Defilippi
Sonetti di Giuseppe Gioachino Belli
Voi siete qui di Matteo Caccia e Tiziano Bonini

Inoltre, racchiusi in un elenco apposito, ci sono i cosiddetti campioni, cioè i capitoli iniziali di alcuni libri che vorrei comprare e che mi sono messa in una lista dei desideri (sta' a vedere che adesso comincio ad appassionarmi alle liste).
Dunque, questa lista di campioni e quindi di possibili auspicabili acquisti è così composta:

La montagna incantata (Thomas Mann). Avevo iniziato a leggerlo quest'estate al lago, in un'edizione sbrindellata assai, in due volumi dalle pagine spesse e fittissime, cosa che non invita normalmente alla lettura estiva, specie perché il caldo scioglie la colla e le pagine si perdono e poi tu perdi il filo. Però insomma, se le pagine non si staccassero di continuo mi piacerebbe riprenderlo.
Fai bei sogni (Massimo Gramellini). Mi piace Gramellini, leggo sempre il suo Buongiorno sulla stampa e mi sembra che dica delle cose sensate, che il più delle volte condivido. E poi come incitamento fai bei sogni mi sembra tutto sommato adatto al momento.
Omicidi in pausa pranzo (Viola Veloce). Non so nulla dell'autrice, ma mi piaceva il titolo. Come modalità per far passare un'oretta tra l'una e le due mi sembra curiosa, e del resto talvolta pure condivisibile.
Allegro occidentale (Francesco Piccolo). Di Piccolo ho letto La separazione del maschio, che ho trovato a tratti illuminante, e alcune pagine sfogliate in libreria dei Momenti di trascurabile felicità, che è un modo geniale per rendersi conto che ogni giorno, a guardar bene, potresti trovare un motivo per essere, se non esattamente felice, almeno di buon umore.
Se mi chiami mollo tutto... però chiamami (Albert Espinosa). Ancora colpa del titolo. Come a dire, io faccio del mio meglio però anche tu datti un po' da fare...
La verità sul caso Henry Quebert (Joël Dicker). Pare che sia un caso editoriale. Poi ho scoperto che l'Alesarda ce l'ha, di carta, e quindi me lo farò prestare. Però intanto me lo tengo lì per promemoria.
Alfabeto Poli (Paolo Poli). Colpa di alcune citazioni postate da Flavia Gasperetti.
La manutenzione degli affetti (Antonio Pascale). Qui invece è colpa di Morelle.
Da un'altra carne e Voglio guardare (Diego De Silva). Come mi piace De Silva. Mi mancano solo questi due.

Ecco, per ora tutto qui.
Una prevalenza di classici con qualche autore moderno affermato e un paio di cazzabubole da disimpegno. 

Volete sapere una cosa? (tanto ve la dico lo stesso).
Non mi piacciono le tessere fedeltà. Quando vado al supermercato e mi chiedono Ce l'ha la tessera? io sono quasi soddisfatta di rispondere No, non ce l'ho la tessera. Anche se vado sempre nello stesso negozio, e alle volte potrebbe essere utile, quella tessera fedeltà, che ci fanno gli sconti. E invece son proprio fiera di dire No, non ce l'ho la tessera.
Che c'entra, direte voi.
C'entra.
Perché quelle tessere lì sono fatte apposta per registrare tutto quello che compri, così poi, anche se non vuoi, quelli del negozio ti danno dei consigli personalizzati e ti vengono a dire che quel prodotto là ti va bene di sicuro perché hai comprato quell'altro prodotto lì che ci somiglia, e se lo compri ti fanno lo sconto, anzi guarda te ne diamo uno gratis così lo provi subito, 
- Ma no grazie non mi interessa... 
- Ma è gratis, lo prenda, lo prenda!
e poi trovi il tre per due e quelli te lo vengono a dire, e alla fine ti rompono le palle con una tale tenace costanza che ti viene da fargliela tu a loro, la tessera fedeltà, per lo scassamento di cabasisi.

E io il Kindle ce l'ho da poco, ma già mi pare che l'approccio sia quello delle tessere fedeltà.
Ché infatti mi capita di ricevere una mail da Amazon di questo tenore:

Ciao Wonder,
poiché in precedenza hai acquistato ebook simili, pensiamo possa farti piacere sapere quali sono le novità e i titoli di narrativa in primo piano disponibili nel Kindle store.

Ora, a parte il fatto che se volessimo essere pignoli, per i motivi suddetti, non ho ancora acquistato un bel niente, il fatto sostanziale è che l'elenco che Amazon mi propone mette in dubbio serissimo le categorie ideali delle mie liste. C'è mica un tag da mettere ai libri, tipo quelli che si usano per la musica, così uno sa cosa si mette nell'elenco? Non so, Classici, Impegnati, Romantici, Ridicoli, Cazzabubole, Storico-pallosi, cose così?
No perché vedi, caro Amazon (sei uomo, vero?), io lo so cosa ho comprato, e lo sai pure tu, con tutta evidenza.
E, alla luce di quello che mi sono scaricata, mi proponi nell'ordine:

Palazzo Sogliano (Sveva Casati Modignani)
Di pancia di cuore... da ridere (Chiara Pelossi-Angelucci)
Marina Bellezza (Silvia Avallone)
Fermate gli sposi! (Sophie Kinsella)
Obsession (Valentina C.Brin)
Insegnami a vivere (Daniela Volontè)
Che cosa resta dell'amore (Rosita Romeo)

Perché, caro Amazon? quale degli ebook presenti nel mio Kindle ti ha suggerito questa selezione?
Sai forse qualcosa di me che io ancora non so?

Io, intanto, continuo ad andare in libreria.